“Che cosa fareste se non aveste paura?”
Ho provato a rispondere a questo interrogativo.
L’elenco emerso mi ha veramente sorpreso.
Sono sicura che come me, tanti si sono chiesti: “Quante cose avrei voluto e potuto fare, vorrei ancora fare e al contrario non realizzo per il timore di non farcela, di non avere la forza e coraggio necessari, per timore sostanzialmente del cambiamento?”.
Quanto ci troviamo di fronte ad una scelta solitamente la nostra mente si focalizza su quanto andremo a perdere e mai su quanto stiamo per guadagnare.
Vogliamo e sogniamo il futuro, ma rimaniamo ancorati al passato. Perché?
La risposta è semplice: il passato lo conosciamo, lo fronteggiamo, lo controlliamo.
Il futuro no, il futuro rappresenta l’ignoto di fronte al quale ci sentiamo indifesi e inermi.
Credo che il punto di partenza non sia passato o futuro, ma noi stessi.
E’ la nostra insicurezza e mancanza di fiducia che ci porta all’immobilismo, alla coazione a ripetere azioni e modelli relazionali disfunzionali.
E’ la paura che ci blocca e ci impedisce il cambiamento.
La mancanza di fiducia in noi stessi e nelle nostre capacità e risorse ci tiene ancorati al passato.
E’ bene tenere a mente che l’oggetto delle nostre paure non è mai tanto spaventoso quanto noi lo immaginiamo. La maggior parte dei nostri timori sono irrazionali.
La paura che noi stessi alimentiamo con la nostra immaginazione è peggiore della realtà.
Tanto più ci soffermiamo sulle conseguenze negative e non sulle opportunità positive tanto più rimarremo paralizzati e inattivi.
A volte siamo in grado di “fiutare” per tempo il cambiamento e siamo pronti all’azione, altre volte neghiamo il cambiamento e vi resistiamo.
Quel che è certo è che il cambiamento è inevitabile.
Vivere in un’epoca caratterizzata da continui cambiamenti può risultare stressante a meno che non si possieda una visione del cambiamento atta a comprenderlo e accettarlo.
Di fronte ad un cambiamento spesso restiamo paralizzati e inattivi, rimuginiamo e ci domandiamo continuamente: “Perché mi hanno fatto questo torto?”, “Perché proprio a me?” aspettandoci una sorta di risarcimento, un indennizzo per il danno ricevuto “immeritatamente”.
E intanto il tempo passa e con esso diminuisce la speranza di riavere quanto perduto, la fiducia in se stessi vacilla sempre più e si cade in stati depressivi dai quali è talvolta difficile uscirne.
E’ a questo punto che dobbiamo porci una domanda: “Credo veramente che la situazione possa migliorare da sola?”, “Cosa sto facendo affinché la mia condizione possa migliorare?”.
Se la risposta alla prima domanda è SI e alla seconda è NIENTE, è arrivato il momento di reagire!
E’ arrivato il momento di rendersi conto che non possiamo fare e rifare sempre le stesse cose e poi chiederci come mai la nostra condizione non migliora.
E’ arrivato il momento di essere consapevoli che continuando così la situazione non migliorerà MAI!
E’ arrivato il momento di comprendere che le cose cambiano e non tornano più le stesse.
E’ arrivato il momento di non curarci del passato e concentrarci sul presente.
E’ arrivato il momento di rinunciare alle vecchie abitudini disfunzionali, di superare le paure e AGIRE!
Quando cambiano le nostre convinzioni si modifica anche il nostro comportamento.
Ciò di cui dobbiamo liberarci sono i comportamenti che continuano a generare relazioni sbagliate per poi procedere alla conquista di un modo migliore di pensare e agire.
Adeguarsi al cambiamento richiede tempo, ma è un percorso in discesa non in salita.
Inizialmente potremmo sentirci disorientati e non ancora sicuri, a volte ci capiterà di credere di aver fatto dei progressi e altre lo sconforto ribusserà alla nostra porta e potremmo avere la sensazione di aver fatto due passi in avanti e uno indietro.
In questi casi dobbiamo ricordare a noi stessi che benché sia faticoso riprendere in mano la situazione è sempre meglio che rimanere inattivi lasciando che le cose avvengano senza il nostro controllo.
Quando superiamo le nostre paure ci sentiamo liberi, forti, invincibili.
Invece di rimpiangere quanto perduto ci sentiamo pronti a considerare i vantaggi che la nuova condizione potrà offrire.
Riflettendo un po’ più approfonditamente ci renderemo conto che il cambiamento non si verifica dall’oggi al domani, molto probabilmente segnali premonitori sono nell’aria, ma noi non vogliamo accorgercene e invece che prenderli nella giusta considerazione li sottovalutiamo e ignoriamo forti della convinzione “A me non capiterà mai!”.
E’ bene ricordare invece che IL MODO MIGLIORE PER AFFRONTARE IL CAMBIAMENTO E’ ANTICIPARLO.
Occorre essere consapevoli della necessità di essere flessibili e pronti ad agire; non è necessario complicare troppo le questioni o disorientare se stessi con apprensioni e paure.
Bisogna essere capaci di notare i segni del cambiamento non appena essi si presentano in modo da essere preparati ai grandi cambiamenti che potranno sopravvenire in seguito.
I cambiamenti avvengono, che ne abbiamo paura o no, che ci piacciano o no e quando arriveranno li potremo superare al meglio solo adattandoci con prontezza.
La resistenza più ostinata al cambiamento risiede dentro noi.
nulla può migliorare finché NOI non cambiamo.
dott.ssa Manuela Carone