martedì 29 luglio 2014

Animus e Anima

Lo ha raccontato molto bene Jung: esiste un "animus" femminile e un' anima"maschile". Quando queste parti, ossia animus e anima, si trovano unite, allora, secondo Jung, si verifica la congiunzione degli opposti che porta al risultato di un essere umano armoniosamente risolto nella sua completezza. La nostra storia ha puntato sempre su una differenziazione nettissima tra i due sessi ma attualmente le cose sono più complesse. Innanzitutto per quanto riguarda l'estetica i parametri sono cambiati. Oggi il modello femminile proposto è quello di una donna con un corpo molto mascolinizzato ma che paradossalmente presenta attributi sessuali enfatizzati: seno enorme, labbra gonfiate. Il messaggio è ambivalente, un corpo magro, muscoloso, maschile con esplicite caratteristiche femminili. Gli uomini lo hanno accettato ma in tema di attrazione vale molto di più l' animus ossia il coraggio, la sicurezza, non tanto la bellezza.
Anche per gli uomini si può parlare di una femminilizzazione dell'immagine e i lati femminili che le donne apprezzano in un uomo sono la capacità di dialogo e di ascolto. Le donne amano le parole, in fondo ne hanno bisogno. Gli uomini invece molto meno, e questo per ragioni legate puramente all'anatomia cerebrale. Il cervello maschile infatti possiede aree "associative" legate al linguaggio decisamente meno sviluppate rispetto a quelle preposte all'azione. Quindi si differenzia molto dal cervello femminile. Esistono però uomini che attraverso un'infanzia dominata da figure positive di madri, sorelle e altre figure positive femminili imparano a usare il canale verbale per comunicare con le donne. E questi alla fine sono gli uomini più apprezzati. Però un uomo che "pensa femminile" alla fine non piace, quindi la femminilità, l'anima jungiana, negli uomini deve essere sempre dosata. Per le donne mascolinizzarsi è stato indispensabile per intraprendere il loro percorso, essere prese in considerazione diventando più assertive, più dure, più forti, meno inclini a mostrare le emozioni. Insomma hanno dovuto assumere anche quei tratti meno positivi del maschile. Questo modo di essere delle donne agli uomini non piace...e intimorisce! Allo stesso tempo il modello di donna "vittima sacrificale" se all'inizio può essere gratificante, alla fine diventa soffocante. Il famoso animus ci vuole sempre. Nella pratica ciò si traduce nell'immagine di una donna che agisce con grande fermezza e non si modifica per compiacere l'uomo, ma resta fedele a se stessa. Una donna che sa tener testa in una discussione senza esser presa dal panico dell'abbandono o dalle lacrime. In fondo, come diceva fin dall' Ottocento la psicanalista Lou Andreas-Salomè, per le donne tutto si risolve nella capacità di esprimere la propria forza con grazia. Caratteristica che gli uomini non possiedono. E ci invidiano molto.

dott.ssa Manuela Carone

Bibliografia:
C.G. Jung "L'Io e l'Inconscio"  Bollati-Boringhieri 1977
E.Poli "Lei e Lui  cervelli a confronto" www.animaeventi.com
Lou-Andreas Salomè "Il mito di una donna" Guaraldi 1980

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